Universo 25

Per molti parlare di sovrappopolazione è una posizione anti-umanista, che rasenta il disumano. Per alcuni, al contrario, pensare alla sovrappopolazione è proprio di chi tiene alla lotta contro la massificazione dell’individuo, contro il rischio che l'uomo stesso divenga prodotto da replicare aprioristicamente.

Nel 1962, il ricercatore John B. Calhoun realizzò UNIVERSO 25, l’habitat ideale per roditori. Un luogo con cibo, acqua e un rifugio a disposizione per tutti.
Un’utopia a misura di topo, la cui società nel giro di un anno raggiunse il suo massimo splendore, per poi collassare in un’escalation di caos, violenza e pansessualità.

Durante i suoi studi, Calhoun coniò il termine “behavioral sink per descrivere il comportamento patologico che deriva dal sovrappopolamento.

sovraffollare un habitat ne causa la distruzione prima ancora che la carestia abbia modo di iniziare.

Egli sosteneva che i risultati ottenuti con i topi fossero un triste pronostico sul futuro dell’umanità.

Lasciare libertà riproduttiva agli individui aumenta la popolazione del futuro, nella convinzione che i nati avranno una qualità della vita quanto meno al di sopra della peggiore vita possibile.
Ma le possibilità di vivere male in un mondo che si sovrappopola progressivamente aumentano sempre di più. Il livello cui si pone la peggiore vita possibile si abbasserà sempre di più, e le vite che si porranno al di sopra di tale livello, saranno ben presto delle vite difficilmente tollerabili – almeno se confrontate con quelle che si vivrebbero in un mondo meno affollato.
La libertà riproduttiva quindi, per essere difendibile, non deve essere incontrollata per non implicare esiti collettivamente catastrofici.”

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